I nostri Diritti non sono in Gioco / In questa giornata, utile per riflettere sull’importanza di tutelare e dare voce ai diritti delle persone con disabilità, assistiamo nel silenzio generale ad un attacco senza precedenti da parte dell’industria dell’azzardo attraverso canali governativi e ministeriali a questi stessi diritti.
Agenzia Dogane e Monopoli per la realizzazione grafica del biglietto della Lotteria Italia, ha indetto un concorso dal nome di “Disegniamo la Fortuna con ADM“, rivolto ad artisti con disabilità.
Negli spot pubblicitari e sui canali ufficiali per la promozione dell’iniziativa, la vendita, l’acquisto e la realizzazione dei biglietti della lotteria vengono travestite come un’opera di inclusione. L’immaginario di chi legge e di chi guarda viene travisato con parole che associano l’azzardo con la solidarietà, mischiano la fortuna e il caso con le abilità e il talento, confondendo il gioco d’azzardo con lo sport e l’arte.

Un’operazione di green washing culturale che vede trasformare le persone con disabilità, lo sport, noi Enti del Terzo Settore e il nostro lavoro educativo, in un parafulmine per vendere gioco d’azzardo. Il gioco d’azzardo non produce alcuna solidarietà, né alcun processo inclusivo, non si fonda su alcuna abilità ma anzi, oggi si configura come una vera e propria emergenza: sociale, economica e sanitaria.
In Italia ci sono più di un milione di giocatori d’azzardo patologico; considerata oggi come una vera e propria patologia, una dipendenza comportamentale che fa soffrire, oltre a queste persone, le relative famiglie.
L’iniziativa “Disegniamo la fortuna con ADM” rappresenta un’operazione di mercificazione nei confronti del nostro lavoro e delle persone disabili di cui ci prendiamo cura che non può e non deve lasciarci in silenzio. Ricordiamo a tutti gli enti del Terzo Settore e all’Agenzia dogane e Monopoli che in Italia è illegale, sotto qualsiasi forma, fare pubblicità al gioco d’azzardo. Ricordiamo inoltre che tutti gli Enti del Terzo Settore hanno firmato un patto, una carta etica per non promuoverlo.
Ogni azione che può essere messa in campo per promuovere cammini di inclusione deve avere al centro la dignità, e nella vostra pubblicità questa non trova spazio perché la dignità non è disponibile alle mutevoli e opportunistiche esigenze del mercato. Provare a piegarla, svenderla come un prodotto pubblicitario, è svilire l’umano e umiliare la vita. La dignità non cerca premi e medaglie perché si veste di umiltà. La dignità non si può comprare.
La dignità si custodisce, perché è il diritto più prezioso dell’uomo.