«C’è chi sostiene che la bassa remunerazione delle professioni educative e di cura sia dovuta al fatto che non producono nulla. È una rappresentazione distorta e inattuale, che oggi occorre smontare».

Nel numero 354/2022 di Animazione Sociale, Anna Biffi è intervenuta nel dibattito sul malessere che attraversa il lavoro educativo e che sta portando a una “fuga” dalla professione.
«I contratti che regolano le professioni socio-pedagogiche sono i più poveri a livello nazionale e, in particolare, lo stipendio dell’educatore è il più basso tra le professioni che prevedono una laurea, a fronte di condizioni di lavoro, potenzialmente usuranti» – precisa Anna Biffi sulle pagine di Animazione Sociale.
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