Sembra solo ieri, eppure è già passato un anno da quando ci si è dovuti confrontare con la difficoltà di ripartire e ricostruire, interiormente più che esteriormente, a seguito dell’avvento della pandemia di COVID-19. Non siamo ancora giunti alla fine di questa traversata, ma la costa sembra essere molto vicina. Come ogni altra impresa, anche Spazio Giovani ha dovuto riorganizzare e ristrutturare i propri interventi sul territorio, in linea con le restrizioni e le buone norme per combattere la diffusione del virus.
Alla luce di quello che è stato l’anno lavorativo 2020/21, si deve un necessario ringraziamento a Fondazione Cariplo, promotrice del bando LETS GO! vinto da Spazio Giovani a settembre 2020. Grazie al finanziamento ricevuto è stato possibile recuperare facilmente materiali e tecnologie necessarie per adattarsi alle esigenze dettate dall’emergenza. Non solo: la copertura finanziaria ha consentito una rapida riorganizzazione anche nell’area progettuale, garantendo la continuità dei progetti in attività.
In particolare, attraverso l’area Edu-Care e le équipe operative nei vari territori, Spazio Giovani si è trovato a marzo 2020 nella condizione di dover gestire una situazione simile, ma diversa, da quelle delle scuole. La specificità del lavoro educativo ad personam prevista dalla legge 104/92 come supporto e assistenza all’autonomia degli studenti con disabilità, ha permesso alla nostra organizzazione, in continuo contatto e consultazione con le Amministrazioni locali, di avviare, in quella fase così difficile, un’azione di rimodulazione dei singoli interventi educativi rivolti agli studenti e alle loro famiglie. Ciò è avvenuto in raccordo coi docenti delle classi in cui erano inseriti gli studenti in carico ai servizi di assistenza educativa scolastica e di inclusione. In sostanza, attraverso un lavoro di équipe e di microéquipe svolto anch’esso a distanza, e facilitato dalle figure di coordinamento dei progetti, gli educatori hanno rivisto la loro progettazione e conseguentemente individuato obiettivi percorribili, secondo questa nuova modalità, e comportamenti attesi. Ne è emersa una molteplicità di strumenti e pretesti educativi, assai vari, considerando che operiamo con centinaia di bambini, ragazzi e famiglie diversi, con difficoltà e disabilità differenti, dalla scuola dell’infanzia all’ultimo anno della scuola superiore.
In una situazione che era caratterizzata da incertezza, preoccupazioni e limitata possibilità di movimento fuori dal contesto domiciliare, si è condivisa l’opportunità di mantenere un contatto vivo e motivante educatore-minore-famiglia, al fine di sperimentare e attuare forme individualizzate di supporto educativo. Tali forme individualizzate sono definite dall’operatore che conosce risorse e difficoltà dei minori, allo scopo di riempire di senso e di apprendimento il tempo vacante del lockdown, e comprendono:
- la costruzione di materiali, supporti educativi e ludici di vario tipo da condividere col minore e rispetto ai quali chiedere feedback, in una logica di circolarità della comunicazione; favorire l’organizzazione di modalità personalizzate di supporto all’apprendimento e motivare alle attività didattiche a distanza (compiti, lezioni, verifiche), predisposte dall’istituto scolastico di frequenza del bambini/ragazzo previo accordo con docenti di classe e di sostegno e anche attraverso la partecipazione degli educatori stessi alle classroom virtuali, per aiutare i minori nell’elaborazione dell’esperienza di lockdown, che per molti di essi risulta ansiogena e/o poco comprensibile;
- sostenere le famiglie, laddove necessario, nell’organizzazione delle routine quotidiane che coinvolgono i figli, soprattutto i più piccoli e quelli con disabilità complesse, offrire ai genitori che lo richiedono uno spazio di ascolto e confronto pedagogico.
In questo orizzonte di educativa a distanza le équipe e i singoli educatori hanno progettato, con grande creatività, per i più piccoli, la lettura di favole a distanza, la realizzazione di laboratori creativi e artistici, progettazioni di agende visive giornaliere e settimanali per l’organizzazione delle routine familiari e domestiche.
Per i bambini e le bambine della scuola primaria gli educatori hanno creato e inviato favole, personalizzate e selezionate in base alle tematiche, anche in versione in-book (comunicazione alternativa e aumentativa), giochi da tavolo, giochi dell’oca, carte di memory, lavoretti di Pasqua, facilitazioni e mappe concettuali per tutte le materie, esercizi e laboratori creativi da svolgere anche con fratelli e genitori.
Alcuni plessi di scuola primaria sono stati coinvolti in un laboratorio condotto da un’arteterapeuta che chiedeva ai bambini che realizzare dei disegni e scrivere alcune frasi che potessero dare conto dell’esperienza vissuta, tale materiale è stato poi assemblato e sono stati prodotti due video.
Per i ragazzi e le ragazze della scuola secondaria di primo e secondo grado si è lavorato in forte raccordo con i docenti di materia e di sostegno, sono stati proposti materiali di approfondimento utilizzando anche strumenti digitali, promuovendo il lavoro di gruppo anche a distanza, la creazione di video e la discussione tesa alla rielaborazione dell’esperienza di lockdown.
Ad agosto 2020 è stato sottoposto agli educatori dei servizi scolastici di Spazio Giovani un questionario definito ad hoc di valutazione e raccolta delle considerazioni in merito al lavoro svolto a distanza. Hanno risposto 54 educatori che hanno segnalato come si sia raggiunto un livello di collaborazione con le famiglie mai sperimentato in precedenza, le attività svolte secondo la modalità a distanza hanno anche consentito una personalizzazione che ha permesso ai bambini/ragazzi coinvolti di aumentare la concentrazione e la risposta puntuale agli stimoli educativi proposti. Sicuramente obiettivi come l’inclusione e le autonomie sociali non potevano essere perseguiti in un momento caratterizzato da isolamento e carenza di rapporti.