“Tristezza non mi fai paura”: un laboratorio al SISH di Giussano per contrastarla e… comprenderla!


Tristezza non mi fai paura / Il laboratorio narrativo/artistico è stato pensato per una classe seconda della scuola primaria come un modo per far fronte alle emozioni contrastanti in questo periodo di emergenza sanitaria, nell’ambito del SISH di Giussano (Servizio Integrazione Scolastica Handicap). Si tratta di un percorso narrativo che tiene come linea guida un libro illustrato: Tristezza non mi fai paura di Eva Eland.

La copertina del libro dell’autrice Eva Eland

Il progetto educativo ha previsto diversi incontri a distanza, tramite video, che hanno coinvolto i bambini di tutta la classe. Nel primo incontro l’educatrice ha illustrato un filmato che conteneva tutte le pagine del libro e di sottofondo la sua voce narrante, in un montaggio ottenuto tramite l’applicazione per smartphone CLIPS. Un testo scelto con cura perché parla della tristezza in maniera creativa, raccontando che cos’è, come accettarla e come gestirla.

Un libro che riesce a parlare in maniera semplice perché attraverso le illustrazioni la tristezza è personificata in un essere (un mostro triste e bisognoso di dolcezza) diverso da noi, facendo così capire che non bisogna mai commettere l’errore di identificarsi con le emozioni che proviamo (l’uso dei colori in questo senso è stato molto esplicativo). La tristezza viene quando meno te lo aspetti, non serve avere paura, chiede di essere ascoltata e accettata e poi se ne va. È quella parte di noi che vuole essere assecondata come un amico che desidera essere preso per mano, abbracciato.

È un libro molto efficace quando mostra alcune attività che possono fare bene alla tristezza, come stare in silenzio, disegnare, ascoltare musica, bere una cioccolata calda oppure uscire di casa per una passeggiata. Il messaggio che comunica il libro è chiedere sempre alla propria tristezza di cosa ha bisogno. In questo periodo emergenziale, caratterizzato da incertezza, paura e preoccupazioni, c’era la necessità di trovare un equilibrio emotivo e una modalità efficace per far fronte alla tristezza in maniera creativa.

L’output degli incontri online è stata la consegna di un segnalibro con la sagoma della tristezza personificata del libro, a seguito di un tutorial sulla sua costruzione: ecco cosa hanno creato!

Nota a margine: l’autrice del libro Eva Eland ha avuto uno scambio intenso di messaggi con la nostra educatrice Denise – organizzatrice del laboratorio -, in cui le veniva chiesto come noi svolgessimo il nostro lavoro educativo nelle scuole:

“[…] da qui è nata la spiegazione sul concetto di inclusione e soprattutto dell’importanza dei laboratori per i nostri bambini. Mi ha chiesto di mostrarle il mio laboratorio e quindi le ho girato la storia che avevo preparato utilizzando un’app dell’ iPhone, semplicemente ho fatto le foto del libri e ho letto con la mia voce – ha spiegato la nostra Denise -. Insieme alla storia che le ho inviato, le ho fatto vedere anche come ho sviluppato il progetto laboratoriale; forse è rimasta molto entusiasta, non lo so, tanto che ha fatto una storia su Instagram menzionandomi e dicendo di cosa ci occupiamo, ha postato anche i segnalibri fatti dai bambini durante l’esperienza del lab a distanza.”, questa la testimonianza della nostra educatrice.

A seguito del primo, incentrato sulla Tristezza, è stata poi la volta del laboratorio Felicità, in cui è stato letto il libro Felicità di Alison Mcghee e Peter H. Reynolds.

Felicita è… una pozzanghera blu come il mare, la sabbia fine con cui giocare, un lungo viaggio da immaginare…”.

Gli obiettivi dei due laboratori sono stati riuscire ad ascoltare le proprie emozioni e sviluppare strategie di gestione delle emozioni negative.